Seduto su una panchina in piazza Roma, aspetto un’amica.
Accosta una macchina con dietro un passeggero, scende una donna e mi chiede “tu sei un soccorritore?”
La guardo stranito… “sì” pensando mi avesse visto in giro e stesse male qualcuno.
“Tu tre anni fa hai salvato mio padre da un ictus, ti ho riconosciuto e lui ha voluto che mi fermassi per ringraziarti. Hanno detto in ospedale che il vostro intervento tempestivo è stato determinante per la sua vita.”
Io, non sapendo che dire, ringrazio esterrefatto e stupito del gesto, chiedo informazioni, non ricordandomi di tutti gli interventi che facciamo in ambulanza.
Poi ci salutiamo, ringraziandoci a vicenda.
Per quanti negli anni mi hanno chiesto perché lo facciamo, senza remunerazione economica, senza dormire la notte, stancandoci come fosse un lavoro, rischiando ogni volta che usciamo perché non sappiamo cosa ci aspetta…
Questo piccolo grande gesto inaspettato è stato il grazie più bello ed appagante che potessi ricevere.
Sono IO a ringraziare loro, per avermi dato un altro motivo per non mollare mai.
Firmato: un omone arancione
Alessandro è la Croce Azzurra.
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